San Galdino, commemorato il 18 aprile, fu una figura di grande rilievo nella Chiesa milanese del XII secolo. Nato a Milano intorno al 1100, fu protagonista di un’epoca travagliata, segnata dallo scontro tra il papato e l’impero. Fedelissimo al Papa Alessandro III contro l’antipapa sostenuto dall’imperatore Federico Barbarossa, Galdino venne esiliato ma non venne mai meno alla comunione con Roma. In segno di stima e fiducia, Alessandro III lo nominò cardinale e lo riconobbe come legittimo arcivescovo di Milano.
Rientrato in diocesi dopo anni difficili, Galdino si adoperò per la rinascita spirituale della città. Con grande zelo riformò il clero, riportò ordine e disciplina nelle comunità religiose e si prodigò per i più poveri, tanto da essere ricordato anche per la sua carità concreta. Era un predicatore fervente e difensore deciso della fede contro le eresie del tempo, in particolare contro l’arianesimo ancora diffuso in alcune zone. Morì nel 1176, subito dopo aver tenuto una predica infuocata, quasi come a sigillare con la sua ultima parola la sua testimonianza di fede.
San Galdino è un esempio luminoso di pastore coraggioso, fedele alla Chiesa, al Vangelo e al popolo a lui affidato. La sua vita, segnata dalla fermezza dottrinale e dalla carità instancabile, resta ancora oggi fonte di ispirazione per vescovi, sacerdoti e tutti i cristiani chiamati a testimoniare la verità nella carità.