Nel brano di oggi, Gesù ci offre un messaggio potente e misterioso: nessuno può andare a Lui se non è attirato dal Padre. La fede, dunque, non è solo frutto di volontà personale, ma un dono che nasce da un’attrazione divina. Dio ci educa interiormente, ci parla nel silenzio del cuore e ci guida verso il Figlio, verso colui che è la manifestazione più concreta e visibile del suo amore. Non basta vedere con gli occhi: è il cuore che deve imparare a riconoscere, ascoltare e seguire.
Gesù ripete con forza: “Io sono il pane della vita”. Non un simbolo astratto, ma una realtà concreta, viva, incarnata. I nostri padri nel deserto hanno ricevuto la manna, ma quel nutrimento non li ha salvati dalla morte. Gesù invece si propone come un pane diverso, capace di dare la vita eterna. È un invito a desiderare un nutrimento che non svanisce, a cercare una relazione con Dio che non si consuma, ma che si rinnova ogni giorno nella fede e nell’Eucaristia.
Infine, Gesù fa un’affermazione che apre al mistero più profondo della nostra fede: il pane che Egli darà è la sua carne per la vita del mondo. Qui si prefigura chiaramente l’Eucaristia, il dono totale di sé che Gesù compirà sulla croce e che continua ogni giorno nell’altare. Accogliere questo pane significa entrare in comunione con Lui, con il suo amore e con la sua vita donata. È un nutrimento che trasforma il cuore, orienta la vita e apre alla speranza dell’eternità.