In questo dialogo notturno con Nicodèmo, Gesù svela uno dei misteri più profondi della fede cristiana: l’amore sconfinato di Dio per l’umanità. Un amore che non si limita a parole o gesti simbolici, ma si concretizza nell’invio del Figlio unigenito, perché chiunque creda in Lui abbia la vita eterna. Dio non desidera la condanna dell’uomo, ma la sua salvezza; è un Padre che cerca instancabilmente i suoi figli, offrendoci nel dono di Gesù la via per tornare a casa, verso la pienezza della vita.
Eppure, la libertà che Dio ci concede rende possibile anche il rifiuto della luce. Gesù non nega la realtà del male: la luce è venuta nel mondo, ma molti preferiscono le tenebre, amando le proprie opere ingiuste più di quanto desiderino la verità. Questa scelta non è imposta da Dio: è il frutto di una decisione personale, di un cuore che si chiude alla grazia. Credere nel Figlio non significa solo riconoscerlo, ma anche lasciarsi trasformare dalla sua presenza, vivere nella luce che svela e guarisce.
Chi sceglie la verità si avvicina alla luce con coraggio e umiltà. Le sue opere, anche se fragili, sono generate in Dio e testimoniano un’esistenza rinnovata. Questo Vangelo ci invita a interrogarci: siamo disposti a uscire dalle nostre zone d’ombra? Abbiamo il coraggio di lasciarci illuminare dall’amore di Cristo, per vivere in autenticità e libertà? Alla scuola di Gesù, ogni giorno possiamo scegliere di camminare verso la luce.