In questo passo del Vangelo, Gesù si rivela a Tommaso e ai suoi discepoli come l’unica via per arrivare al Padre, un’affermazione potente che sottolinea l’unicità della sua missione e la sua intima unione con Dio. Gesù non è solo il maestro che indica la strada, ma è Lui stesso la strada che porta alla vita eterna. La sua dichiarazione «Io sono la via, la verità e la vita» racchiude in sé un messaggio fondamentale per ogni cristiano: per conoscere il Padre e per accedere alla vita eterna, bisogna passare attraverso Gesù, l’unico mediatore tra Dio e l’umanità.
La domanda di Filippo, che chiede a Gesù di mostrare loro il Padre, ci rivela la difficoltà che spesso abbiamo nel comprendere la profonda unione tra il Padre e il Figlio. Gesù, con grande pazienza, risponde che chi vede Lui, vede il Padre, perché sono uno in essenza e in missione. Questa risposta non è solo una rivelazione teologica, ma anche una chiamata a riconoscere la presenza di Dio nella persona di Gesù. Se veramente crediamo in Lui, possiamo sperimentare una relazione intima con il Padre attraverso il Figlio.
Infine, Gesù promette che chi crede in Lui non solo compirà le sue stesse opere, ma ne compirà di più grandi. Questa promessa ci invita a una vita di fede attiva, dove le nostre azioni sono in comunione con quelle di Cristo. Chiedere nel suo nome significa vivere in sintonia con la sua volontà e con l’amore che Lui ci ha mostrato. La preghiera, quindi, diventa uno strumento potente attraverso il quale possiamo vedere compiersi la volontà di Dio nella nostra vita, contribuendo così alla gloria di Dio.