Il Vangelo di oggi ci presenta uno dei segni più straordinari compiuti da Gesù: la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Questo miracolo non è solo un atto di compassione per una folla affamata, ma anche un potente messaggio sulla provvidenza di Dio. Quando Gesù chiede ai suoi discepoli di dare da mangiare a quella moltitudine, lo fa con l’intenzione di metterli alla prova, ma anche per insegnare loro una lezione fondamentale: la ricchezza di Dio è abbondante, anche quando sembra che le risorse siano scarse.
La reazione dei discepoli, che pensano che la situazione sia insostenibile, riflette la nostra stessa difficoltà nel comprendere come Dio possa operare nei momenti di bisogno. Andrea, suggerendo che ci sia solo un ragazzo con cinque pani e due pesci, esprime la nostra frustrazione nel confrontarci con le difficoltà della vita. Ma Gesù, con il suo gesto di benedire e distribuire, mostra che anche il poco, se affidato nelle mani di Dio, può moltiplicarsi e diventare più che sufficiente per tutti.
La conclusione del miracolo, con i dodici canestri pieni di avanzi, ci ricorda che nella logica divina non c’è mai spreco. Ciò che Dio moltiplica è sempre abbondante, ma anche sostenibile. Ci invita a fidarci della sua provvidenza, anche quando non vediamo soluzioni immediate. La folla, riconoscendo in Gesù il Profeta, si lascia incantare dal miracolo, ma Gesù, consapevole che cercano solo un re terreno, si ritira. Ci insegna che la sua missione è spirituale e che il suo regno non è di questo mondo.