Il 12 aprile 1928, un attentato sconvolse l’inaugurazione della Fiera Campionaria di Milano, alla presenza del re Vittorio Emanuele III. Un ordigno esplose poco prima dell’arrivo del sovrano, causando la morte di venti persone e il ferimento di decine di altre. Tra le vittime, molti civili inermi, colpiti in un momento che doveva essere di festa e celebrazione della produttività italiana.
L’attentato, uno dei più gravi dell’epoca, colpì il regime fascista nel cuore, sollevando l’ipotesi di un atto sovversivo contro il potere costituito. Il regime rispose con un giro di vite sulla repressione politica, rafforzando ancora di più gli strumenti del controllo e della censura. Tuttavia, nonostante indagini e retate, nessun colpevole fu mai individuato, e la strage rimase impunita, lasciando aperti molti interrogativi.
L’episodio segnò profondamente l’opinione pubblica, alimentando un clima di paura e tensione. A quasi un secolo di distanza, la strage della Fiera Campionaria resta un tragico mistero italiano, simbolo di un’epoca segnata dalla violenza politica e dalla mancanza di giustizia.