Il 12 aprile 1782 si spegneva a Vienna Pietro Metastasio, uno dei massimi autori della drammaturgia italiana del Settecento. Nato a Roma nel 1698, il suo vero nome era Pietro Trapassi, ma adottò il nome d’arte “Metastasio” per indicare il suo passaggio dalla poesia improvvisata a una forma d’arte strutturata e raffinata. La sua fama si legò soprattutto al genere del melodramma, dove le sue parole incontrarono le note dei più grandi compositori dell’epoca.
Metastasio fu il drammaturgo per eccellenza dell’opera seria, genere dominante nelle corti europee del XVIII secolo. Le sue opere, costruite attorno a tematiche di amore, onore e dovere, erano animate da personaggi nobili e da conflitti morali profondi. La sua abilità consisteva nel dare forma poetica a questi sentimenti, creando testi pensati per essere musicati ma capaci di reggere anche come letteratura autonoma.
Tra i suoi libretti più celebri si ricordano “Didone abbandonata”, “Artaserse”, “La clemenza di Tito” e “Adriano in Siria”. Questi testi furono messi in musica da decine di compositori, tra cui Handel, Hasse, Gluck, Mozart e Pergolesi. La forza dei versi metastasiani risiedeva nella loro musicalità naturale e nella capacità di esprimere i moti dell’animo umano con una chiarezza e un’eleganza rare.
Il successo delle sue opere fu tale che Metastasio divenne poeta cesareo alla corte di Vienna, dove trascorse gran parte della sua vita. Il suo stile elevato, quasi rituale, venne considerato per decenni il modello da imitare, tanto che la sua influenza fu avvertita ben oltre la sua epoca. La struttura in tre atti, i recitativi alternati alle arie e l’equilibrio tra trama e introspezione psicologica divennero la norma dell’opera seria.
Con la sua morte, avvenuta all’età di 84 anni, si chiude un’epoca della cultura teatrale e musicale europea. Oggi Metastasio è considerato non solo un drammaturgo di corte, ma un costruttore di emozioni universali, capace di dare voce — con versi limpidi e solenni — ai dilemmi eterni dell’uomo. Il suo lascito resta vivo nei teatri e nelle biblioteche di tutta Europa.