In questo brano, la folla cerca Gesù, ma non per un desiderio genuino di comprendere il suo messaggio, quanto piuttosto per soddisfare il proprio bisogno materiale. Dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani, la gente si accorge che Gesù è sparito e si mette alla sua ricerca, spinta dalla speranza di ricevere un altro miracolo, forse un altro miracolo che appaghi la loro fame fisica. Gesù, tuttavia, risponde loro con una provocazione: «Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati». Questa risposta invita a una riflessione profonda sulla nostra ricerca di Gesù. Quante volte ci avviciniamo a Lui per motivi superficiali o egoistici, cercando solo ciò che soddisfa i nostri bisogni terreni e temporali?
Gesù invita la folla e, attraverso di essa, anche noi, a concentrarci su qualcosa di ben più grande e duraturo: «Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna». Il cibo che offre Gesù è diverso da quello che sfama solo il corpo; è un nutrimento spirituale che porta alla vita eterna. Gesù, il “Figlio dell’uomo”, è colui che porta questo cibo che non svanisce, che non finisce mai. È un invito a cercare la vera vita in Lui, a nutrirci della sua parola e del suo amore, che non solo ci sazia, ma ci rinnova e ci dona una vita che non ha fine.
La folla chiede: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». La risposta di Gesù è chiara e diretta: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Non si tratta di compiere delle azioni straordinarie o di guadagnarsi la salvezza, ma di credere in Gesù, di affidarsi a Lui e di vivere secondo la sua parola. La fede in Cristo è la via che ci porta al cibo che dona la vita eterna, ed è l’opera fondamentale che Dio si aspetta da noi.