Gio. Mag 22nd, 2025

Riflessione sul Vangelo del 15 aprile 2025: “Ed era notte”

Il Vangelo di oggi ci porta nel cuore dell’ultima cena, in un momento carico di tensione e dolore. Gesù è profondamente turbato: sta per essere tradito da uno dei suoi. Non da un nemico, ma da uno dei Dodici, da chi ha condiviso con lui pane, strade, parole e silenzi. La ferita del tradimento nasce sempre dalla vicinanza, e Gesù la vive nella carne e nell’anima.

Il gesto del boccone intinto e dato a Giuda non è solo un’indicazione, ma un segno struggente di amore fino alla fine. Anche nel momento del tradimento, Gesù non smette di tendere la mano. Ma Giuda, dopo aver ricevuto il boccone, esce. E l’evangelista annota: “Ed era notte.” Non è solo una constatazione dell’ora, ma una descrizione dello stato del cuore: la notte del peccato, della solitudine, della separazione da Dio.

E proprio mentre la notte cala, Gesù parla di gloria. Un paradosso solo apparente: la gloria di Dio si rivela nel dono totale del Figlio, nella sua obbedienza fino alla croce. La vera gloria non è fatta di trionfi visibili, ma di amore che si dona senza misura, anche di fronte all’incomprensione e all’abbandono.

Infine, la figura di Pietro ci è quanto mai vicina. La sua generosità impetuosa — “Darò la mia vita per te” — viene subito ridimensionata da Gesù che, con dolce fermezza, gli predice il rinnegamento. Anche il più sincero entusiasmo può cedere alla paura. Ma non c’è condanna, solo verità. È attraverso questa verità che Pietro passerà per ritrovare il suo vero amore e la sua missione.

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