Il 5 maggio 2000 si spegne a Firenze Gino Bartali, uno dei più grandi campioni della storia del ciclismo e figura emblematica dell’Italia del Novecento. Nato nel 1914 a Ponte a Ema, vicino Firenze, Bartali ha segnato un’epoca con le sue imprese sportive, vincendo tre Giri d’Italia e due Tour de France, ma anche con il suo straordinario impegno civile e umano durante la Seconda guerra mondiale.
La rivalità sportiva con Fausto Coppi ha appassionato l’Italia del dopoguerra, diventando un vero e proprio mito popolare, simbolo di due anime del Paese. Ma Bartali fu molto più che un campione: durante l’occupazione nazista rischiò la vita per salvare centinaia di ebrei, trasportando documenti falsi nascosti nella canna della bicicletta. Per questo, nel 2013, lo Yad Vashem lo ha riconosciuto “Giusto tra le Nazioni”.
La morte di Gino Bartali ha lasciato un vuoto profondo non solo nel mondo dello sport, ma anche nella memoria collettiva italiana. Uomo di fede profonda e di rigore morale, ha incarnato valori di sacrificio, coraggio e generosità che ancora oggi lo rendono una figura esemplare, amata ben oltre il ciclismo.