Secondo la tradizione, San Gennaro, venerato come patrono di Napoli, sarebbe nato il 21 aprile 272 in Campania. Sebbene le fonti storiche siano incerte, il culto del santo è tra i più radicati e sentiti del cristianesimo meridionale. Vescovo di Benevento, Gennaro fu martirizzato durante le persecuzioni di Diocleziano, intorno al 305 d.C., a Pozzuoli. La sua figura è da secoli al centro della fede popolare, tra miracoli, devozione e storia.
Il santo è noto in tutto il mondo per il miracolo della liquefazione del suo sangue, conservato in due ampolle nel Duomo di Napoli. Il fenomeno, che si ripete tradizionalmente tre volte l’anno, è atteso con grande partecipazione dai fedeli: quando il sangue si scioglie, è interpretato come segno di buon auspicio per la città. La mancata liquefazione, invece, è spesso vissuta con timore e preoccupazione.
San Gennaro è molto più di una figura religiosa: è simbolo di identità, protezione e speranza per i napoletani. Il suo culto ha attraversato i secoli, unendo fede e cultura, popolo e istituzioni. Ogni 19 settembre, data della sua morte, Napoli si ferma per rendergli omaggio, rinnovando un legame profondo tra sacro e quotidiano che resiste nel tempo.