Il 20 aprile 1951 si spegneva a Roma Ivanoe Bonomi, politico e statista che attraversò da protagonista alcune delle fasi più cruciali della storia italiana tra fine Ottocento e dopoguerra. Nato nel 1873 a Mantova, fu inizialmente vicino al socialismo riformista, per poi approdare a posizioni liberal-democratiche. Bonomi ricoprì più volte incarichi di governo, distinguendosi per equilibrio e pragmatismo.
Presidente del Consiglio in tre periodi diversi (1921, 1922 e poi nel difficile biennio 1944-1945, durante la Resistenza), guidò l’Italia nella fase delicata della liberazione e della transizione dal fascismo alla democrazia. Ebbe un ruolo fondamentale nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) e fu una figura di mediazione tra monarchia, partiti antifascisti e alleati. La sua terza presidenza del Consiglio fu segnata dalla ricostruzione istituzionale e civile del Paese.
Dal 1948 alla morte fu Presidente del Senato, contribuendo alla nascita e al consolidamento della Repubblica Italiana. Uomo di grande rigore morale e politico, Ivanoe Bonomi è ricordato come uno dei padri della democrazia italiana, capace di anteporre l’interesse del Paese a qualsiasi ambizione personale, in un’epoca segnata da fratture profonde e ricostruzione difficile.